Nei giorni che hanno preceduto il giuramento del 47° Presidente degli Stati Uniti, gli occhi degli investitori si sono appuntati sui notevoli aumenti di valore delle criptovalute, in particolare del Bitcoin, che già durante il corso del 2024 aveva raggiunto valori vertiginosi, e sul lancio dei nuovi meme coin della famiglia Trump.
Le criptovalute sono valute elettroniche che utilizzano alcuni sistemi di crittografia, una tecnica per codificare i dati rendendoli illeggibili a chiunque non abbia una password. La loro validità come mezzi di pagamento dipende dai privati che la utilizzano e non dalle determinazioni delle Banche Centrali come nel caso delle monete che hanno corso legale. Col tempo il successo delle criptovalute è molto aumentato, anche se con forti oscillazioni. Oggi si parla addirittura di affiancare il bitcoin all’oro come riserva strategica, con discussioni che coinvolgono gli economisti di tutto il mondo.
Il nuovo cryptopresidente, come ha voluto egli stesso definirsi prima dell’insediamento alla Casa Bianca, ha però lanciato in questi giorni una sua moneta virtuale, la $Trump, che è una meme coin.
Ma di cosa si tratta esattamente? Le meme coin sono criptovalute che nascono per divertimento, ispirate ai cosiddetti “meme” (tormentoni digitali) o tendenze online. La più famosa è il Dogecoin, nata nel 2013 dagli ingegneri software Billy Marcus di IBM e Jackson Palmer di Adobe, il cui nome deriva da un gioco di parole in inglese. A differenza di Bitcoin o Ethereum, che hanno specifici obiettivi tecnologici e scopi concreti, i meme coin – pur basandosi sulla tecnologia blockchain o su altre analoghe – non hanno di solito un’utilità intrinseca o un progetto tecnico significativo alle spalle.
Il valore improvviso che acquisiscono deriva dagli investitori che, attratti da guadagni significativi in breve tempo, cominciano ad acquistare queste valute, prima ancora che vengano riconosciute come mezzi di pagamento da altri privati. Il meccanismo che sta alla base di queste transazioni è lo stesso che viene impiegato per le criptovalute più note. A beneficiarne sono i creatori e i primi investitori, che ne detengono grandi quantità, immettendone poche per volta sul mercato. Nel caso del Dogecoin, Elon Musk ha una forte influenza sul prezzo, sia per la pubblicità che passa per il suo social X, sia per le operazioni che può compiere determinandone la manipolazione del prezzo.
Si tratta di investimenti fortemente speculativi che presentano, quindi, tante valutazioni da effettuare, soprattutto riguardo alla propria propensione al rischio e alla tolleranza alla volatilità dell’investimento. Per coloro che guardino con interesse al mondo delle criptovalute, per bypassare le difficoltà legate all’acquisto diretto su piattaforme digitali ed evitare il rischio truffe e/o eventuali problematiche fiscali (si veda Il Caveau nr. 30), è possibile acquistare diversi ETF (Exchenge Traded Funds) su criptovalute. Sono fondi quotati in Borsa, che permettono di investire su un prodotto finanziario senza acquistarlo direttamente, perché replicano l’andamento dello strumento sottostante. Ne sono alcuni esempi Vaneck Crypto And Blockchain Ucits Etf e Bitcoin Exchange Traded Crypto, ma ne esistono ormai molti altri, da valutare in base alle esigenze e con l’aiuto del proprio consulente finanziario di fiducia.
Crediti: Photo Sergei Tokmakov – Pixabay
Federica Coscia, Paolo Gambaro