India e Cina in competizione. Il Consulente Finanziario ci spiega come le due grandi potenze economiche stanno sviluppando strategicamente il loro business in Asia ed Africa.

Mentre la Vecchia Europa, governata da politici incapaci di varare le indispensabili (e impopolari) riforme strutturali per paura di perdere elettorato, rimane “sprofondata” nei suoi problemi – dalla disoccupazione strutturale ai livelli stellari dei debiti pubblici dei paesi periferici – India e Cina continuano inarrestabili la loro competizione a livello globale, per il predominio non solo economico, ma anche politico. Sono nuovamente “in guerra” ma, a differenza del 1962, la battaglia è lontana dalle loro frontiere.

Mentre per noi europei le Seychelles sono viste solo come ambita meta turistica, questo arcipelago situato nell’Oceano Indiano è da qualche anno teatro di un’aggressiva competizione tra India e Cina. È infatti l’ideale avamposto per la già avanzata colonizzazione dell’Africa orientale, una delle zone più ricche del pianeta. Sicuramente in quest’area Nuova Deli è in una situazione di netto vantaggio, in quanto sta sfruttando le antiche e strette relazioni nate ai tempi dell’Impero Britannico.

Nel Mar Arabico, invece, la Cina ha sponsorizzato la costruzione del porto pakistano di Gwadar, nel Golfo dell’Oman, con il preciso obiettivo di avere uno sbocco agevole sull’Oceano Indiano e all’area arabica ricca di petrolio. Come risposta, l’India ha supportato l’Iran nello sviluppo del porto di Chabahar, a soli 170 km da Gwadar, con un investimento iniziale di 500 milioni di dollari, cui seguiranno la bellezza di 16 miliardi per lo sviluppo di tutta l’area, con un accordo trilaterale per il trasporto tra Iran-India-Afghanistan. Ottimo affare per tutti, soprattutto per Nuova Deli, che si è garantita 400.000 barili di petrolio al giorno, per i prossimi 5 anni, a prezzi stracciati.

Pensate invece che il Celeste Impero negli ultimi cinque anni ha costruito in Africa all’incirca 2.200 km di ferrovie e 3.350 km di strade (da sottolineare che per l’autostrada italiana “Salerno-Reggio Calabria” non sono stati sufficienti 50 anni – il 21 gennaio 1962 alla presenza del Presidente del Consiglio Amintore Fanfani partirono i lavori e Fanfani quel giorno dichiarò che sarebbero terminati due anni dopo, nel 1964). Infrastrutture in cambio di oro nero o altre materie prime: questo sembra essere il “motto”.

E l’Etiopia, stato africano annesso all’Italia nel 1936? Mentre i trasporti nella nostra capitale Roma sono in una situazione di caos e corruzione, nel 2015 la capitale etiope Addis Abeba ha inaugurato 18 km di avveniristica linea metropolitana (dove sui vagoni sventolano, orgogliose, anche le bandiere cinesi). L’ex colonia italiana sta viaggiando quindi con un PIL medio dell’8%, contro un nostro desolante tasso che si attesta intorno allo “zero virgola” … una situazione da “terzo mondo”!

Scarica e conserva “IL CAVEAU N° 07”.

© Immagine da Youtube – BBC Documentary