Dominica (da non confondere con la Repubblica Dominicana) è una piccola isola (754 km²) situata nel Mar dei Caraibi, tra le isole francesi di Martinica e Guadalupa. Con una popolazione di circa 72.000 abitanti, le sue principali attività economiche sono il turismo e l’agricoltura.

E’ nota come “l’isola della natura” per la sua natura incontaminata, ricca di foreste tropicali, cascate, sorgenti termali, laghi bollenti e spiagge di sabbia nera. Quindi è una meta ideale per gli appassionati di escursionismo, immersioni, birdwatching e avventura.

Ma Dominica ha un’altra attrattiva che la rende un vero paradiso per i ricchi del pianeta: il suo regime fiscale privilegiato.

Come noto, non è l’unica realtà del Commonwealth a rientrare nella lista dei Paesi che sono considerati “paradisi fiscali” (si veda il Caveau n. 66), anche se Dominica presenta alcune peculiarità. Offre, infatti, la possibilità di ottenere la cittadinanza attraverso un investimento, consentendo di acquisire il passaporto dominicense per una somma di denaro, pari a 100 mila dollari da versare ad un fondo governativo o tramite acquisto di una proprietà immobiliare sull’isola.

Il passaporto dominicense permette di viaggiare senza visto in oltre 40 paesi, tra cui Regno Unito, Unione Europea, Singapore e Hong Kong.

Inoltre, i suoi cittadini non pagano alcuna imposta sui redditi provenienti dall’estero, sulle donazioni, sulle successioni, sulle plusvalenze e sui dividendi.

Ovviamente il programma di cittadinanza ha costituito un’enorme fonte di ricavi per il governo dominicense sin dalla sua istituzione nel 1993. Secondo fonti interne al Paese, lo Stato di Dominica avrebbe raccolto dal programma 1,2 miliardi di dollari solo nei tre anni precedenti il 2020. Non sono mancate polemiche naturalmente: i governi occidentali sono fortemente critici per l’atteggiamento eccessivamente permissivo rispetto all’esigenza di garantire che sospetti criminali e persone politicamente esposte non ottengano passaporti dal Paese.

Dominica è quindi una destinazione molto ambita da coloro che vogliono ridurre il proprio carico fiscale e godere di una maggiore libertà di movimento. Tuttavia, questo comporta anche dei rischi e delle responsabilità, sia dal punto di vista legale che etico.

Infatti, la piccola isola è considerata una giurisdizione non cooperativa ai fini fiscali dall’Unione Europea, che l’ha inserita nella sua lista nera dei Paradisi fiscali.

Questo significa che le transazioni economiche tra Dominica e gli Stati membri dell’UE sono soggette a misure di contrasto, come la ritenuta alla fonte, la revoca dei benefici fiscali, l’aumento delle verifiche e delle sanzioni in caso di violazioni.

Inoltre, ottenere la cittadinanza dominicense non esime dal rispettare le leggi fiscali del proprio Paese di origine, che potrebbero prevedere l’obbligo di dichiarare i redditi e i beni posseduti all’estero, a pena di incorrere in reati di evasione o elusione fiscale.

Crediti: Photo Simon – Pixabay

Federica Coscia, Paolo Gambaro

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