Fondata dal fisico e imprenditore Stefano Buono, la startup Newcleo sviluppa piccoli reattori da 200 Megawatt elettrici. Si tratta di un’innovazione assoluta che dovrebbe portare a breve a centrare l’obiettivo di produrre energia elettrica con una reazione nucleare più sicura e sostenibile.

Si tratta di reattori ultra-compatti che possono essere prodotti in serie e trasportati nei siti di installazione, secondo quanto riferisce Buono, e che costeranno meno dei reattori tradizionali. A regime, saranno prodotti in tre anni, contro i sei/otto anni necessari alla costruzione di un reattore nucleare che viene impiegato nelle moderne centrali ad oggi in funzione.

Un’altra innovazione notevole è che questi reattori impiegano come carburante la miscela Mox (mixed oxide fuel, combustibile ossido misto), composta da uranio impoverito e plutonio, ricavata dagli scarti di altri impianti. Non sarà quindi necessario estrarre altro uranio perché, in sostanza, permetterebbe di bruciare scorie di altre centrali. Inoltre gli scarti prodotti sarebbero molto contenuti, meno di un metro cubo per ogni gigawatt elettrico annuo, e con un ciclo di decadimento più breve: saranno radioattivi per 250 anni, contro i 250mila delle scorie delle centrali tradizionali.

Naturalmente il nucleare fa ancora paura: i tragici incidenti che ne hanno costellato la storia non sono stati certo una spinta ad investire in questo settore. Tanto che tra il 2017 e il 2022 dei 31 reattori in fase di costruzione 27 erano russi o cinesi, mentre le economie dei paesi avanzati che dispongono comunque del 70% della capacità nucleare mondiale hanno investito poco nella costruzione di nuove centrali. Nonostante ciò uno studio del 2022 dall’Agenzia internazionale per l’energia, testimonia che il nucleare fornisce il 10% dell’elettricità globale e in un anno scongiura l’emissione di 1,5 miliardi di tonnellate di gas serra e l’uso di 180 miliardi di metri cubi di gas.

Anche se si tratta di una realtà tutta italiana, con un centro internazionale di ricerca e sviluppo a Torino, Newcleo ha come principale mercato di sbocco la Francia: il progetto è di accelerare la decarbonizzazione dell’economia del Paese di Re Sole, forte di un investimento in prospettiva del valore di 3 miliardi di euro. Si tratta di una realtà in fortissima espansione, tanto che solo quest’anno ha realizzato due acquisizioni in Italia (Srs e Fucina) e una in Svizzera, rilevando Rütschi per 69 milioni di Euro. Inoltre ha siglato accordi con grandi gruppi italiani, uno dei quali prevede di esplorare possibili collaborazioni con Enel, mentre un altro, con Fincantieri e Rina, è per studiare un mini-reattore da installare sulle navi.

Il parere di Buono è che ci sia spazio per un ritorno al nucleare anche in Italia, tanto che secondo lo scienziato si tratta solo di capire quanto ci vorrà. Per riprendere le sue parole: “È impossibile che l’umanità non usi l’energia atomica, oggi la fissione, domani la fusione, un giorno, forse, l’antimateria”. Come la scoperta del fuoco e della ruota, allo stesso modo il nucleare sarebbe destinato ad essere impiegato dagli uomini. Naturalmente con l’auspicio che venga adottato solo per scopi civili e non militari, come i tetri scenari di guerra degli ultimi anni spesso evocano.

Crediti: Photo Markus Distelrath – Pixabay

Federica Coscia, Paolo Gambaro

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