Esistono diverse aree del mondo in cui la speranza di vita è più alta della media mondiale. Queste oasi felici sono indicate come blue zone.

Il termine viene dal colore blu con cui gli studiosi, Gianni Pes e Michel Poulain, cerchiavano sulla mappa le aree con la più alta longevità. Agli inizi del 2000, i due identificavano nella provincia di Nuoro, in Sardegna, l’area col più alto numero di centenari al mondo, ma in totale queste aree in Italia sarebbero tre, in Ogliastra, in Barbagia e nel Sud Sardegna.

Con gli studi successivi si sono confermate le osservazioni già effettuate e si è anche allargato il campo individuando cinque zone che hanno non solo molti centenari, ma anche gruppi di anziani senza patologie comuni come malattie cardiache, obesità, cancro e diabete. Il ricercatore Dan Buettner, col supporto della National Geographic Society, ha avvalorato questa tesi con dati empirici e osservazioni in prima persona, individuando cinque “Blue Zones”: l’isola di Okinawa in Giappone, alcune aree della Sardegna, Nicoya in Costa Rica, l’isola di Icaria in Grecia, e la comunità di avventisti di Loma Linda in California.

Ma qual è il segreto della longevità e della buona salute degli anziani di questi luoghi? I fattori in gioco sembrerebbero diversi e nella maggior parte dei casi concorrenti per assicurare dei risultati soddisfacenti in termini di qualità e aspettativa di vita. In primo luogo l’alimentazione sana, l’attività fisica regolare, ma anche l’unità familiare e rapporti sociali.

Tuttavia l’invecchiamento della popolazione non riguarda solo ristrette aree geografiche, come quelle oggetto degli studi a cui si è accennato. Si tratta di un fenomeno di dimensione ben più ampia, per cui la percentuale degli over 65 nel mondo è raddoppiata negli ultimi 40 anni superando il 10%. Addirittura in Europa il valore medio sale al 20%, con Paesi come Italia, Grecia e Portogallo che superano il 22%, e, secondo le stime dell’Eurostat, nel Vecchio continente questa quota toccherà il 30% entro il 2058.

I nuovi bisogni collegati alla cosiddetta silver generation, che non riguardano solo farmaceutica e servizi alla salute, ma si estende a servizi culturali e ricreativi, fino al digitale, all’alimentazione e ai servizi finanziari e immobiliari, dà luogo ad una fiorente economia che la Commissione europea stima possa raggiungere, solo in Europa, un giro d’affari di 5.700 miliardi di euro nel 2050.

Trattandosi di un settore in forte espansione, varie sono le possibilità offerte all’investitore, anche piccolo, che si voglia avvicinare a questa realtà. Solo a titolo di esempio si possono citare CPR Silver Age I, Lombard Odier Funds Golden Age SH EUR PA, Decalia Silver Generation, fondi comuni i cui obiettivi di investimento sono quelli di posizionarsi al meglio per trarre beneficio dalle evoluzioni demografiche globali come la crescita della popolazione mondiale e il progressivo aumento della quota di over 65 nei paesi sviluppati. Naturalmente si tratta di investimenti che devono essere tutti attentamente valutati, meglio se con l’aiuto di un esperto, in funzione dei propri obiettivi di investimento e della propensione al rischio.

Crediti: Photo Matt Barnard- Pexels

Federica Coscia, Paolo Gambaro

Scarica e conserva “IL CAVEAU N° 128”.