Perché Facebook e Apple si stanno facendo la guerra? Con il nuovo sistema operativo iOS 14.5 Apple sta facendo una grande scommessa legata alla tutela della privacy degli utenti.

iOS 14,5 prevede una nuova funzionalità chiamata App Tracking Transparency. Negli iPhone è presente un codice segreto numerico, chiamato IDFA ovvero Identifier for Advertisers, che identifica in modo anonimo il cliente e viene utilizzato dalle applicazioni scaricate per comprendere i gusti e le preferenze dell’utente e proporgli pubblicità personalizzata.

Quindi, se – ad esempio – il Signor Rossi (già codificato con il numero segreto) ha deciso di scaricare una nuova app per imparare la lingua cinese, quest’ultima registra il suo numero e successivamente potrà proporre ulteriore pubblicità a quel cliente, in relazione alle informazioni contenute nell’IDFA.

In questo modo, grazie alle informazioni raccolte, Facebook e le altre App che lavorano grazie alla pubblicità possono profilare dettagliatamente l’utente a fini commerciali.

Ma ora, con iOS 14,5, Apple disattiverà il tracker degli annunci tramite una precisa impostazione predefinita. Per cui se una app vuole tracciare il cliente utilizzando il codice numerico dovrà farne espressa richiesta. Qualora l’utente opti per la scelta dell’impostazione: “chiedi all’App di non monitorare” questo tracciamento non sarà più possibile. Attenzione: ciò non significa non avere più annunci pubblicitari, ma semplicemente avere pubblicità generiche, non specificamente indirizzate ai propri interessi. Naturalmente l’obiettivo principale dichiarato è quello di tutelare al massimo la privacy del cliente.

Tale scelta però potrebbe soprattutto danneggiare le piccole imprese nelle campagne pubblicitarie, che non dispongono dei mezzi economici sufficienti per fare massive campagne di marketing generalizzate, ed eventualmente anche mettere in crisi le app gratuite che basano la propria attività sui contratti pubblicitari, magari costringendole ad operare a pagamento, previo riconoscimento del 30% dei ricavi ad Apple, tramite App Store. Ma l’impatto immediato è sui ricavi di Facebook, grande antagonista di Apple, che lavora interamente con contratti pubblicitari. Il CFO di Facebook, Dave Wenher, ammette che il nuovo iOS 14.5 avrà un impatto negativo sugli utili, in quanto è un ostacolo nel settore degli annunci pubblicitari e sostiene inoltre che Apple non abbia “compreso” i vantaggi degli annunci personalizzati. Le app saranno costrette a “sollecitare” le persone per poter utilizzare i dati e fornire annunci personalizzati, col prevedibile rischio che ci siano alti tassi di rinuncia. Il portavoce di Apple ha risposto che le app e gli inserzionisti possono continuare a monitorare gli utenti come prima ma con più trasparenza: basta chiedere loro il premesso per farlo, prima di condividere i dati dell’utente con altre società. Del resto già Steve Jobs nel 2010 diceva, rivolgendosi agli sviluppatori delle app “se volete condividere i dati di un utente, ask him (chiedeteglielo)”. Filosofia ripresa anche da Tim Cook nel gennaio di quest’anno, con l’obiettivo di restituire il controllo della privacy agli utenti.

In conclusione: Facebook e Apple rappresentano due modelli di business estremamente differenti. Due visioni molto diverse di come la tecnologia e internet dovrebbero lavorare per le persone.

Nel frattempo c’è solo da osservare quanto già sottolineato dal Sole 24 Ore dello scorso sabato, cioè che, grazie alla pandemia e all’impulso che ha dato alla digitalizzazione mondiale, gli utili dei sei colossi TECH nel primo trimestre 2021 sono raddoppiati, raggiungendo i 76 miliardi di dollari. Di seguito i dati:

  • Apple 23,6
  • Alphabet (Google) 17,9
  • Microsoft 15,4
  • Facebook 9,5
  • Amazon 8,1
  • Netflix 1,7

Visti i numeri, la guerra per acquisire nuove quote di mercato, anche a danno dei concorrenti, è appena iniziata. E probabilmente la privacy è solo l’inizio della battaglia.

Crediti: Foto Richard Mcall – Pixabay

Federica Coscia, Paolo Gambaro

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