Il Consulente Finanziario spiega chi sono i “Business Angels”, un fenomeno sempre più in crescita in Italia, legato al mondo delle start-up ed al finanziamento di idee innovative.

Il termine “Business Angel” venne coniato nel primo decennio del secolo scorso, quando dei facoltosi imprenditori newyorkesi decisero di finanziare alcuni costosi spettacoli teatrali di Broadway che, pur avendo buone probabilità di successo, non venivano messi in scena per mancanza di fondi.

E proprio i registi e gli attori di quegli spettacoli iniziarono a definire “Angeli”, quei ricchi “benefattori” che permisero loro di realizzare i vari spettacoli evitando così il fallimento delle compagnie teatrali di riferimento.
Si trattò di un rischio calcolato perché – a quanto risulta a posteriori – si può ben dire che quasi tutti gli investimenti andarono a buon fine, riuscendo a conseguire ottimi guadagni.

Oggi Business Angel è una definizione che si riferisce a una persona fisica che investe professionalmente il proprio patrimonio personale nel capitale di rischio di Piccole e Medie Imprese (PMI). L’obiettivo principale è di trovare idee innovative da finanziare, che diano poi elevati ritorni sull’investimento iniziale. Il numero di Business Angels in Italia raddoppia ogni anno, così come del resto raddoppiano i capitali destinati a queste iniziative.
Gli ultimi Governi, consci dell’importanza del settore, hanno introdotto e, poi, aumentato l’incentivo fiscale per chi investe in Start-up e PMI innovative.
L’ultima manovra finanziaria prevede infatti, anche se solo per l’anno 2019, l’incremento dal 30% al 40% dei benefici fiscali vigenti, per questo tipo di investimenti.

Fra le più note associazioni che riuniscono i cosiddetti Business Angels, troviamo certamente il Club degli Investitori, di cui è entrato a far parte, circa un anno fa, John Elkann, presidente di FCA e Exor, erede di una delle più note dinastie di imprenditori italiani. Peraltro, negli ultimi tempi, risulta evidente che c’è sempre più voglia di investire nell’innovazione. Partito nel 2008 con soli 6 soci oggi il Club degli Investitori è una community di circa 150 persone alla costante ricerca di nuovi giovani imprenditori capaci e innovativi su cui investire capitali e ai quali mettere a disposizione anche il proprio bagaglio complessivo di esperienze e competenze.
Il Club quindi non è una finanziaria né un fondo di Private Equity (vedi IL CAVEAU n° 29), in quanto il socio investe direttamente con il proprio patrimonio acquisendo delle quote azionarie.
Ma il vero valore aggiunto non è solo l’apporto di capitale, bensì la messa a disposizione di una rete di contatti e professionalità che per i giovani imprenditori è necessaria per far crescere la propria attività. Questo tipo di apporto consente a queste nuove leve imprenditoriali di aumentare la base di clienti, avere un più semplice accesso alle procedure per il rilascio di brevetti e molto altro.
Gli investimenti effettuati finora ammontano a 12 milioni di Euro e riguardano 20 diverse iniziative, nei più diversi ambiti, che vanno dalle biotecnologie ai nano-materiali, all’agri-tech (agricoltura tecnologica, un “mestiere antico” innovato con la tecnologia, come è il caso di Sfera Società Agricola S.r.l., che spiegheremo in seguito – ndr).
Oltre ai 150 soci, il Club vanta inoltre anche partnership che consentono di identificare le start-up e contribuiscono all’investimento, assicurando collegamenti con incubatori e acceleratori italiani e con fondi di venture capital, sulla scorta di quello che fanno i Business Angels in tutto il resto del mondo.
Il primo, e anche uno degli investimenti di maggior successo, è stato Skuola.net, che con un apporto iniziale di soli 150.000 euro, ha dato ritorni ben superiori, rivoluzionando al contempo il modo di studiare di milioni di studenti grazie all’idea di condividere i propri compiti scolastici.

Fra le start-up nate grazie al supporto dei Business Angels, SoundReef è una tra le più innovative. È stata fondata a Londra nel 2011 da due italiani (Davide D’Atri e Francesco Danieli) con la finalità di rendere efficiente la gestione dei diritti d’autore, che fino a qualche anno fa era sotto il monopolio esclusivo dello Stato attraverso la SIAE. In Italia è sbarcata solo nel 2017.
Grazie alla tecnologia utilizzata e sviluppata, SoundReef riesce a mettere in condivisione in open source istantaneamente un brano di un artista, garantendone i diritti. Attualmente monitora il rispetto dei diritti d’autore in 40.000 radio in tutto il mondo – di cui 1.000 solo in Italia – e in tutti i principali canali televisivi.

Un altro esempio è Sfera Soc. Agr. S.r.l. che – attraverso la costruzione di serre di grandi dimensioni altamente tecnologiche, per la produzione e la commercializzazione di ortaggi coltivati con metodi idroponici* – mira ad ottenere numerosi vantaggi rispetto ai metodi tradizionali: 1) produttività dieci volte maggiore; 2) consumo idrico drasticamente inferiore; 3) qualità organolettica più elevata; 4) produzione costante ed affidabile durante tutto l’anno; 5) utilizzo di suolo non conveniente per altre coltivazioni.

In sintesi, concretamente il Club degli Investitori opera seguendo questi principi:

  1. Non vengono finanziate semplici idee, ma progetti di impresa: deve esserci già una realtà aziendale concreta alla base della start-up;
  2. Nella decisione di investimento viene valutata la validità del team, che pesa per il 70% della scelta;
  3. Non si tratta di investimento passivo ma attivo, che comporta l’apporto non solo di capitali ma l’esperienza di tutti i 150 soci. A questo proposito viene identificato un referente per ogni operazione: quando l’imprenditore ha un problema si rivolge al referente, che si incaricherà di contattare coloro che – fra i soci – possano mettere a disposizione la propria esperienza per risolvere il problema. Nell’80% dei casi questo è un sistema vincente per risolvere le difficoltà che possano insorgere nel corso dell’operazione.

Gli ingredienti per il successo di una start-up sono dunque questi: idea – capitale – know-how imprenditoriale.

Coloro che, fra gli universitari, fossero interessati al percorso per diventare giovani imprenditori, possono rivolgersi alla School of Entrepreneurship & Innovation, che vive grazie al contributo della Fondazione Agnelli e organizza un corso di cinque mesi, da poter seguire parallelamente al percorso universitario, per lavorare alla soluzione di sfide globali costruendo progetti scalabili, basati su tecnologie del CERN e del Politecnico di Torino.

D’altronde questo tipo di investimento è anche alla base di Satispay, una start-up fondata da tre ragazzi cuneesi, neanche trentenni, che hanno lasciato un posto di lavoro sicuro e ben retribuito, per un’iniziativa imprenditoriale che mira a fare concorrenza alle carte di credito. Al momento Satispay – partendo da zero – ha già raggiunto oltre 500.000 clienti, che se ne avvalgono giornalmente per fare molteplici transazioni, come pagare multe, ricaricare il telefono, … come WhatsApp nel giro di pochi anni ha soppiantato gli SMS, così Satispay potrebbe mettere in seria crisi il business delle Carte di Credito.

E molti sono i settori interessanti per l’ulteriore espansione degli investimenti dei Business Angels. Ad esempio, il Food–tech è un trend mondiale in fortissima crescita. Molte start-up stanno perfezionando involucri per alimenti edibili che andranno a sostituire quasi completamente le confezioni di plastica altamente inquinanti.

Ultima considerazione da fare è che chiunque – consapevole dei rischi imprenditoriali connessi all’investimento – può diventare Business Angel: si può investire da un minimo di 5-10 mila Euro (per investimenti in cordata) fino anche a 100-200 mila Euro, senza vincoli particolari e con le modalità appena illustrate.

* pratica agricola che consiste nella coltivazione di piante, anziché nel terreno, in soluzioni acquose di sali nutritizi (fonte: Enciclopedia Treccani).

Scarica e conserva “IL CAVEAU N° 45”.