Il Consulente Finanziario analizza alcune opportunità di investimento legate allo sviluppo delle grandi metropoli.

Notizie martellanti su smog, polveri sottili, livelli di PM10 fuori da ogni controllo e molto altro hanno creato la ferma convinzione che le grandi città siano responsabili, con il loro inquinamento, di buona parte degli effetti negativi del cambiamento climatico.

Ma, negli ultimi tempi, alcuni studi sulle relazioni tra cambiamento climatico e urbanizzazione stanno dimostrando – come sottolinea in un articolo Tom Walker di Schroders Asset Management – esattamente il contrario. In particolare hanno provato che un cittadino medio, residente in un’area metropolitana, ha un impatto nettamente inferiore per quanto riguarda le emissioni di CO2, rispetto ad un abitante che risiede in una zona di campagna. Infatti, la vicinanza degli appartamenti, la costruzione di nuovi condomini con criteri innovativi, l’installazione di pannelli solari garantisce che un abitante di un’area metropolitana tendenzialmente consumi il 30% in meno di energia rispetto ad una persona che risieda in zone rurali o meno densamente popolate.

E se nel 1950 nelle grandi città viveva solo il 30% della popolazione mondiale, si prevede che nel 2035 questa percentuale salirà al 63% per arrivare a circa il 90% nel 2100.

Da questi dati si può chiaramente comprendere come proprio dalle grandi metropoli si dovrà spingere sull’acceleratore per trovare ulteriori soluzioni per contrastare il cambiamento climatico.

E il percorso è già stato tracciato con la costituzione del C40 Cities. (www.c40.org)

Il C40 Cities Climate Leadership Group è un’associazione di 95 città sparse per tutte le aree del globo – costituitasi nel 2005 – con l’obiettivo primario di creare città più vivibili e contribuire ad una drastica riduzione dell’inquinamento.

Il C40 rappresenta:

  • 1/12 della popolazione mondiale (650 milioni di abitanti)
  • ¼ dell’economia globale
  • Il 70% delle emissioni di CO2

La concentrazione della popolazione mondiale in grandi metropoli può anche portare ad una graduale diminuzione di possessori di autoveicoli, perché buona parte delle persone si recheranno al lavoro con mezzi pubblici e si potranno noleggiare veicoli elettrici per trasferte fuori città.

Al Congresso di Parigi del 2015, dove sono stati fissati i paletti e gli obiettivi per i prossimi anni, è stato ufficialmente riconosciuto che le megalopoli avranno un ruolo cruciale nella lotta all’inquinamento prodotto dalla nostra civiltà industriale.

L’anno successivo, l’ormai ex Primo Ministro Theresa May ha dichiarato al Congresso annuale che l’Inghilterra si impegna entro il 2050 a portare a ZERO le emissioni di gas serra.

La tendenza sarà quindi quella di facilitare la concentrazione sia della popolazione mondiale sia delle industrie in queste aree metropolitane.

Per chi vuole investire in titoli azionari e di debito di società immobiliari internazionali, intercettando questo trend di sviluppo, ci sono diverse opportunità. Alcune fra queste sono fondi azionari come Schroders International Selection Fund Global Real Estate A1 Accumulation EUR Hedged, che investe in società quali Terreno Realty Corporation, impegnata in sei importanti mercati statunitensi costieri, per l’acquisizione e la gestione di immobili industriali.

Altre sono anche JP Morgan Global Real Estate Securities Fund e Invesco Global Real Estate Securities Fund C (Eur Hedged) Accumulation EUR, entrambi azionari ed entrambi con partecipazioni – fra le altre – in Ventas Inc., che investe principalmente in immobili al servizio del settore sanitario degli Stati Uniti, Vonovia SE, che è la più grande società di proprietà residenziali della Germania ed Essex Property Trust, società di investimento immobiliare che investe in appartamenti sulla costa occidentale degli Stati Uniti.

Come sempre, la logica che deve guidare l’investitore è quella della diversificazione e dell’attenta valutazione della propria propensione al rischio, anche grazie all’aiuto del proprio consulente di fiducia.

Curiosità:

Quali sono le TOP cities, cioè le più promettenti dal punto di vista delle potenzialità di crescita? Secondo una classifica fornita da Schroders, le prime dieci sarebbero:

  • Los Angeles
  • Londra
  • Hong Kong
  • New York
  • Boston
  • Chicago
  • Shangai
  • Pechino
  • San Francisco
  • Houston

L’intera classifica riguarda 30 città ed è facilmente consultabile online. Si nota la presenza in gran parte di città statunitensi, con qualche eccezione per alcune del vecchio continente (fra cui Londra che – nonostante la Brexit – resta al secondo posto, Parigi al 17° posto e Monaco di Baviera al 28°) e poche città asiatiche.

Scarica e conserva “IL CAVEAU N° 61”.