Il Consulente Finanziario racconta la straordinaria avventura di Bio-On, innovativa azienda specializzata nella produzione di bioplastica, ricavata dagli scarti della filiera alimentare.

La scorsa settimana ho avuto l’opportunità di partecipare ad un prestigioso evento organizzato dall’amico Jurgen Mahler, Head of Business Development di Decalia Group, nel quale ho avuto modo di conoscere e apprezzare Marco Astorri, Amministratore Delegato di Bio-On, la società quotata in borsa sull’AIM, della quale sta parlando in tutto il mondo.

L’incontro si è focalizzato sul drammatico problema globale dei rifiuti che sta creando una pressione insostenibile sull’ambiente, questione da me già affrontata ne “IL CAVEAU n° 35”, e sull’avvincente racconto della nascita e dello sviluppo di Bio-On, attraverso le parole dell’Amministratore Delegato, su cui mi soffermerò ora.

Innanzitutto la genesi del nome. Bio-On deriva direttamente dalle intenzioni dei due soci fondatori, Marco Astorri e Guy Cicognani: spegnere l’inquinamento ed accendere la vita.

Il primo passo dei due soci è stato quello di conoscere e comprendere il mondo della plastica in ogni particolare, a partire dalla sua storia, che ha determinato gran parte anche del nostro moderno sviluppo.

La plastica comincia ad essere prodotta su larga scala negli anni ‘60 in pieno boom economico.
Tutti noi ricordiamo la famosa scena del film “Il Laureato” dove un simpatico signore, offrendo un consiglio spassionato al protagonista, interpretato da Dustin Hoffman, suggerisce che il futuro è nella plastica. Niente di più vero.
A partire da quegli anni, fino ad oggi, le materie plastiche hanno avuto un successo superiore ad ogni previsione, che è andato di pari passo allo sviluppo industriale del pianeta. Se il regista Mike Nichols avesse girato “Il Laureato” lo scorso anno il “simpatico signore” avrebbe consigliato a Dustin Hoffman di dedicarsi alla “Green Economy”.

E così hanno fatto i due soci di Bio-On.

L’avventura di questa società comincia nel 2008, anno della grande crisi, in un piccolo capannone in disuso (un’ex-conigliera), in cui vengono investiti tutti i risparmi provenienti dalla vendita dell’azienda di famiglia e i capitali dei soci e di alcuni imprenditori che credono fermamente all’iniziativa.

Curioso come la fase iniziale – durata ben sei mesi – sia stata un’impegnativa ricerca su Internet, finalizzata a trovare invenzioni brevettate e ricercatori che avessero approfondito le ricerche del biologo francese Maurice Lemoigne (nato nel 1883), primo scopritore della bioplastica.

 Astorri, seguendo la filosofia del nonno, riconosce che al mondo ci sono persone più preparate di lui, che hanno già studiato e approfondito il problema: sfrutta le loro ricerche, acquista i loro brevetti, giungendo così ad un ricercatore hawaiano (Jian Yu dell’Università delle Hawaii) che detiene il brevetto per la produzione della bioplastica, ricavata lavorando i sottoprodotti della filiera alimentare (scarti della lavorazione della canna da zucchero, olii esausti, ecc.).

Tornato in Italia comincia la realizzazione dei propri obiettivi attraverso la costituzione di un’azienda che nel giro di pochi anni conosce un successo incredibile, tanto che nel 2014 arriva a quotarsi in borsa e prosegue la sua crescita esponenziale, giungendo in pochissimo tempo ad una capitalizzazione di oltre un miliardo di Euro.

Il 21 marzo 2017 viene inaugurato il futuristico impianto di Castel Sant’Angelo Terme (BO), che diventa il polo al cui interno lavorano centinaia di persone, dedicato esclusivamente alla produzione di polimeri plastici speciali per nicchie merceologiche, sebbene la maggior parte degli utili provengano dai contratti stipulati con varie società nel mondo per l’utilizzo dei brevetti che detiene Bio-On e dalle conseguenti royalty perpetue che ne derivano.

Negli ultimi tempi sempre più numerosi sono coloro che dimostrano interesse nello sfruttamento delle potenzialità date da questo innovativo materiale. Recentemente il noto marchio Kartell ha realizzato uno dei primi mobili di design avvalendosi proprio della plastica prodotta col brevetto di Bio-On. Nel frattempo con Unilever è stata lanciata persino una linea di solari (notoriamente contenenti materie plastiche) realizzate con queste rivoluzionarie bioplastiche, commercializzate in vari Paesi.

Oggi, a differenza della pubblicità anni ‘60 (provate a digitare su YouTube “Carosello Moplen”, ndr) dove venivano enfatizzati i pregi e le caratteristiche di resistenza e praticità della plastica, non passa giorno in cui almeno un articolo su carta stampata o Internet non sollevi il problema dell’inquinamento e della gestione dei rifiuti dalla stessa derivanti (Cfr articolo de “Il Sole 24Ore” di domenica 5 maggio: “Plastica: l’innovazione è la parola d’ordine per salvare i mari”).

Sembrerebbe quindi di poter dire che una capillare diffusione della bioplastica dovrebbe anche contribuire a ridurre sensibilmente l’inquinamento globale, specialmente quello di mari e fiumi, motivo per il quale ci sono tanti investitori disposti a puntare sul “cavallo” Bio-On.

Curiosità:

  • L’80% dei rifiuti marini sono riconducibili a Paesi quali Cina, Indonesia, Tailandia, Filippine e Vietnam, dove la legislazione è meno restrittiva che nei Paesi occidentali;
  • Alcuni studi rilevano come la qualità della plastica riciclata sia pessima e il business futuro di questo settore potrebbe essere incerto;
  • Oggi il rapporto tra pesci e plastica è di 1 a 5: tra pochi anni sarà di 1 a 1, se il livello di produzione e scarico di plastica nei mari non diminuisce progressivamente.

Tappe significative dell’evoluzione della plastica:

  •  1855: il chimico svizzero Georges Audemars produce in laboratorio il rayon
  • 1861: Alexander Parkes brevetta il primo materiale plastico
  • 1869: lo statunitense John Wesley Hyatt scopre la celluloide
  • 1926: Waldo Semon della BF Goodrich introduce l’uso dei plastificanti per la sintesi del polivinilcloruro (PVC)
  • 1935: Wallace Carothers della DuPont sintetizza il nylon
  • 1938: viene sintetizzato il politetrafluoroetilene (o PTFE, brevettato e commercializzato come Teflon nel 1950)
  • 1941: viene prodotta la prima fibra poliestere, il Terylene
  • 1941: viene sintetizzato il poliuretano da William Hanford e Donald Holmes
  • 1953: il chimico tedesco Karl Ziegler sintetizza il polietilene (PE)
  • 1954: il chimico italiano Giulio Natta produce il polipropilene isotattico (commercializzato con il nome Moplen)
  • 1963: Ziegler e Natta ottengono il premio Nobel per la chimica come riconoscimento dei loro studi sui polimeri

I dati di BIO-ON:

  • Data IPO: 24/10/2014, 36 % del capitale al prezzo di € 5,00
  • Raccolta da IPO 6,9 mln
  • Quotazione attuale: 52
  • Capitalizzazione attuale: 990 mln di Euro
  • P/E 2017: 189,3
  • EPS 2017: 0,278
  • L’ultimo studio su BIO-ON è della Banca d’affari FINNAT che si trova facilmente in Internet in formato PDF

Finora la tecnologia Bio-On per la produzione di bioplastiche è stata adattata ai sotto-prodotti di:

  • Barbabietole da zucchero
  • Canna da zucchero
  • Glicerolo da Biodiesel
  • Patate
  • Grasso animale
  • Frutta
  • Verdura
  • Legno
  • Rifiuti domestici umidi
  • Scarti della produzione vinicola

Scarica e conserva “IL CAVEAU N° 50”.